All’età di 20 anni è già una punta di diamante della nostra nazionale XCO. Stiamo parlando di Juri Zanotti, che la scorsa stagione ha raccolto ottimi risultati in campo internazionale e siamo sicuri che gliene attendono ancora tanti altri.

Età: 20 anni.

Vive a: Airuno (LC).

Musica preferita: la musica lombarda lo accompagna fin da quando era bambino, gli piace ascoltare Van De Sfroos. E’ anche appassionato del Rap italiano.

Hobby: d’inverno il suo hobby preferito è lo Ski Alp, d’estate gli piace camminare e passare del tempo con i suoi amici.

Percorso preferito: Stellenbosch (Sudafrica).

MTB-VCO: Ciao Juri, ci racconti quando e perché hai cominciato ad andare in mountain bike?

Juri Zanotti: Se ora sono un biker è merito di mio papà, lui lo era da giovane, ma poi per un infortunio al polso dovette scegliere la via delle gare su strada. Ogni domenica io e mia mamma lo seguivamo alle competizioni, oltre alla sua bici mio papà portava anche la mia e giravo nei parcheggi. Finché un giorno mio papà decise di portarmi al campetto di una piccola squadra vicino a casa e tra una lezione e l’altra mi appassionai al mondo del ciclismo.

MBV: Qual è stata la tua prima gara e com’è andata?

JZ: La mia prima gara fu da G2 nella bergamasca. Partii ultimo ma feci una gran rimonta e vinsi la gara. Ricordo ancora le facce incredule di tutti. 

MBV: Una stagione appena conclusa da incorniciare per te. Anzi diremmo un mese di luglio da incorniciare, visto che in pochi giorni di quel mese hai conquistato il titolo italiano XCO ed il titolo europeo XCR. Ma partiamo da Pila e raccontaci un po’ la tua gara.

JZ: Sicuramente il mese di luglio mi ha regalato grandi successi, ma ho anche un ricordo spiacevole. Ero arrivato a Pila, motivato e certo del lavoro svolto in allenamento. Io e il mio allenatore Zaccaria Daniele avevamo curato ogni singolo dettaglio per essere in forma nel mese di luglio. Dopo il primo giro capii subito che l’unico avversario in grado di battermi era proprio l’atleta di casa Alessandro Saravalle.

Nei 6 giri della gara continuavamo a scambiarci le posizioni, anche se devo ammettere che il grande lavoro l’ha fatto lui. Nel penultimo giro notai un po’ di nervosismo da parte di Ale che commise due errori gravi, uno dei quali gli fece scendere anche la catena. Io colsi l’occasione per cercare di fare il vuoto ma senza esagerare, infatti lui in mezzo giro ricucì lo svantaggio. Io sapevo di avere solo una cartuccia da sparare e dopo un ultimo giro a tutta, ci avvicinammo alla zona dell’arrivo, io approfittai di un varco da lui lasciato in una curva che ti immetteva sul fettucciato finale, a ogni uscita di curva rilanciavo e prendevo margine fino ad arrivare al rettilineo dell’arrivo con 10 metri di vantaggio.

Alzare le braccia dopo una gara così combattuta è stata una gran soddisfazione, devo ringraziare tanto la mia squadra, Torpado Gabogas, Mauro Bettin che mi ha aiutato nei momenti difficili della stagione e che in quel giorno mi è stato vicino dal primo istante fino all’ultimo.

Foto ©Alessandro Di Donato

MBV: Solo cinque giorni dopo hai replicato con la conquista della medaglia d’oro agli Europei XCR in Austria. Un bellissimo ultimo giro con una rimonta che ci ha regalato l’oro. Ma raccontaci tutto dall’inizio.

JZ: Graz, Austria. Siamo partiti il Martedì da Verona con i furgoni e tutta la squadra al completo. Una volta arrivati Mirko, il CT, durante la riunione serale prima di andare a letto ci disse chi avrebbe corso la staffetta del giovedì: prima frazione Luca Braidot, Marika Tovo, Filippo Fontana, Chiara Teocchi ed io.

La staffetta era nel tardo pomeriggio di giovedì. Quella settimana è stata piuttosto strana perché continuavano a susseguirsi temporali improvvisi che cambiarono le carte in tavola: ricordo che durante il tragitto dall’albergo al campo gara io, Filippo e Chiara, ci ritrovammo sotto un’acqua battente. Una volta arrivati nel paddock incominciai a riscaldarmi. Io ero l’ultimo frazionista quindi avevo tempo per fare tutto con calma.

La gara cominciò subito bene, Luca infatti passò primo con una Svizzera stranamente attardata, era il turno di Marika che si trovò a gareggiare con tanti Junior maschi, ma limitò i danni facendo un ottimo giro. Filippo rimontò fino alla seconda posizione. Fu il turno di Chiara, davanti a noi sola indisturbata la Danimarca che però si era giocata tutti i maschi.

Chiara rimase seconda e passò il testimone a me, il mio obiettivo fu recuperare la Danimarca che avevano intorno ai 3 minuti di vantaggio. Io dovetti dare il massimo per recuperare Malene Degn, ma dovevo guardarmi le spalle perché dietro c’era la Svizzera con Filippo Colombo.

La gara l’ho vinta sicuramente in una salita infangata che, precedentemente i miei compagni mi avevano suggerito di fare a piedi e così fu. Recuperai la Danimarca in discesa e feci la salita di corsa prendendo vantaggio da una Svizzera in piena rimonta, da lì mi sono limitato a non commettere errori e portare a casa l’oro. Ricordo il bellissimo abbraccio tra i miei compagni e il CT Mirko Celestino. Quel giorno funzionò tutto alla perfezione e come dice sempre Mirko “il gruppo fa la forza”.

Foto ©Michele Mondini

MBV: Cosa è successo invece agli Europei XCO?

JZ: La forma era ottimale e il Campionato Europeo individuale era un altro obiettivo per chiudere al meglio il mese di luglio. Dalla partenza avevo grandi sensazioni infatti entrai subito nella top 10, ricordo che eravamo tutti vicini come distacchi quindi non bisognava commettere errori inutili.

Al terzo giro dei sei previsti in una curva banale, perdo il controllo della bici e mi ritrovo per terra. Sono uno di quelli che anche se cade e si fa male vuole a tutti i costi finire la gara per onorare la maglia, ma quel giorno il male mi bloccava. Nella caduta avevo urtato forte il polso sinistro e non riuscivo a stringere il manubrio e mi ritirai. In effetti al polso riportai una microfrattura, che mi costò 8 giorni di stop forzato. Ero deluso e frustrato per una gara sprecata, mi sentivo bene e volevo dimostrare di essere uno da top 10.

MBV: Anche ai Mondiali di Lenzerheide un risultato di tutto rispetto. 36° e primo degli italiani nonostante due forature.

JZ: Quest’anno sono arrivato al mondiale deciso di poter fare una bella gara, avevo recuperato bene l’infortunio al polso e il percorso di Lenzerheide mi piace molto. Le sensazioni nei giorni precedenti alla gara erano buone.

Io corsi al venerdì, dopo una discreta partenza mi ritrovai nel gruppetto dei primi 15, entrando ad alta velocità in un pezzo di piano nel bosco, presi in pieno una pietra appuntita e mi ritrovai con la ruota posteriore a terra. Arrivai ai box che erano distanti dal punto della foratura, i meccanici mi cambiarono la ruota e ripartii intorno alla 42esima posizione. Nel corso degli ultimi giri recuperai il più possibile, ma non tanto quanto avrei voluto e nel corso dell’ultimo giro a meno di 1 km dal traguardo bucai ancora, per colpa di una spina. Arrivai al traguardo stanco ma soddisfatto. Sono sicuro che questo mondiale appena trascorso mi aiuterà a non commettere più errori simili e a crescere come atleta.

MBV: Qual è la gara del calendario italiano che ti piace di più?

JZ: Sicuramente Val Di Sole, è la gara con l’atmosfera più bella. Noi Italiani siamo i tifosi migliori, ogni metro della pista è riempito da gente di tutti i tipi, con oggetti impensabili  (motoseghe, manubri, cerchi, trombe ecc…), pronti a incitarti. Il tracciato è duro e tecnico come piace a me.

MBV: Normalmente quanto tempo dedichi all’allenamento?

JZ: D’inverno 4 giorni su 7, in stagione 6 giorni su 7.

MBV: Ci descrivi la bici che hai utilizzato la scorsa stagione? Ed in quella che sta per iniziare?

JZ: Nel 2018 ho corso con la Torpado Matador S: una bici molto fluida e confortevole. Equipaggiata da cambio e freni Shimano, componenti (manubrio, attacco, reggisella) FSA, sella Selle Italia, ruote Ursus con i copertoni Maxxis, sospensioni Fox. Il 2019 porta con sé tante novità, è infatti da 3 mesi che sto usando la nuova Torpado Matador X. Torpado ha sviluppato un nuovo telaio completamente rivoluzionato, che ci permette di essere ancora più competitivi. Una bici scattante, rigida che ti permette di rilanciare a ogni curva e in discesa si guida benissimo. Non vedo l’ora di correrci.

MBV: Quali obiettivi ti poni per la nuova stagione?

JZ: I miei obiettivi per la stagione 2019 sono: ridurre il Gap che c’era l’anno scorso tra me e i primi di Coppa del Mondo, finire la stagione nei primi 10 in classifica generale di Coppa del Mondo sarebbe un bel traguardo per me. Gli altri obiettivi sono: quello di riconfermare il titolo Italiano, vincere la classifica generale degli Internazionali d’Italia, riconfermare il titolo Europeo Team Relay, una top 5 nella gara individuale agli Europei, una medaglia ai Mondiali Team Relay e una top 10 nella gara individuale.

MBV: Grazie dell’intervista Juri ed in bocca al lupo per questa nuova stagione!

JZ: Grazie a voi, viva il lupo.