Eccomi a pedalare in alta Valle di Susa: la meta odierna – il monte Vin Vert – rappresenta una valida alternativa al più volte salito Jafferau e riserva, cosa di non poco conto, una lunga discesa di quasi 1700 metri interamente in single trail. Da provare…
Solitamente parto dal mio “storico” parking privato di Oulx a fianco del torrente: se siete allergici all’asfalto potete però tranquillamente partire da Savoulx, che si raggiunge pedalando per circa 4 km sulla statale per Bardonecchia o – meglio ancora – sul tracciato sterrato della pista da fondo che si imbocca nei pressi della stazione ferroviaria.
La sostanza non cambia, da Savoulx si comincia a salire, e la salita è di quelle che non concede sconti. La solita malefica rampa dopo le Bergerie della Roche quest’anno proprio non riesco a farla in sella, segno del tempo che passa… Poco male, la bella giornata induce alle provvidenziali soste fotografiche per ammirare il panorama. Raggiunta la strada militare che collega il Forte Foens al Pramand si può rifiatare, grazie alle dolci pendenze, sino al bivio per il Col Basset/Jafferau a q. 2317.
Qui si inizia a risalire con decisione gli spogli ed assolati fianchi meridionali dello Jafferau giungendo, dopo un lungo traverso, al Col Basset q 2610.
Il panorama che si affaccia sulla sottostante Valfredda è veramente stupendo: non me lo ricordavo così bello, sono molti anni che non salgo sin quassù, ma devo dire che di colpo la fatica svanisce di fronte ad un simile spettacolo.
Bisogna stringere i denti ancora un po’ per raggiungere la meta odierna, già ben visibile e non lontana: dal colle infatti si abbandona il largo sterrato diretto allo Jafferau e si imbocca una esile traccia sul versante ovest del Vin Vert, la cui sommità pare proprio lì a portata di mano (attenzione! non prendere la traccia che sale in direttissima ma bensì quella sulla sinistra che taglia diagonalmente il fianco della montagna). Il sentierino è per qualche tratto ciclabile, ma si procede comunque agevolmente con la bici al fianco anche nei tratti più ripidi: pochi minuti e si raggiunge infine il Colletto Vin Vert q 2690 e la cresta nord che va seguita fedelmente sino a raggiungere la vetta del Monte Vin Vert q. 2713 con un ultimo tratto addirittura pedalabile.
Oddio, definire vetta questo cucuzzolo erboso è un parolone, però una cosa è certa: da quassù il panorama su tutta l’alta Valle è grandioso!
Ci si gusta il meritato riposo, grazie ad un sole caldo ma non opprimente, e si fantastica sulle eventuali opzioni di salita al Seguret (chissà, magari prossimamente…) prima di iniziare la discesa.
Si ripercorre il tratto di cresta terminale sino al colletto dal quale si diparte un sentiero ben segnalato che con un lungo e facile traverso raggiunge i sottostanti e ben visibili ruderi dei Baraccamenti Vin Vert a q. 2544.
Il successivo tratto di discesa si fa più impegnativo: prestare attenzione a non perdere il sentiero CAI segnalato dai classici bolli bianco-rossi, decisamente meno impegnativo di quello percorso dalla mia traccia (ad un certo punto io ho perso il sentiero originale tratto in errore dalle molteplici varianti che scendono in direttissima: mi sono complicato un po’ la vita, ma comunque nulla di particolarmente difficile, qualche breve passo a piedi…).
Il sentiero ci deposita proprio nei pressi delle Caserme del Seguret, a breve distanza dall’uscita della Galleria dei Saraceni ed in splendida posizione panoramica sulle impressionanti grotte.
Ora si deve risalire un breve tratto dell’ampia sterrata sino a raggiungere nei pressi di un tornante l’inizio del sentiero UA già percorso integralmente sino ad Oulx lo scorso anno. Oggi però seguiremo questo sentiero solo per la prima parte, quella più bella e scorrevole: infatti a quota 2068 dovremo prestare attenzione a prendere il sentiero N21, alla nostra destra (la deviazione non è molto ben segnalata anche perché ci si arriva dopo un tratto molto veloce): il nuovo trail si dimostra subito molto interessante e decisamente più facile dell’UA, anche se non mancano sezioni particolarmente tecniche e scavate dall’erosione.
Si giunge alla borgata di Goudissard q 1777, in stato di completo abbandono: resiste solo la fontana e la graziosa chiesetta con una linda facciata.
Superata la borgata il sentiero continua sino a raggiungere il sito abbandonato delle Cave di Gesso, dove pannelli esplicativi raccontano la storia di questa cava di cui restano imponenti i ruderi della stazione della teleferica.
Superati alcuni tratti gradonati proseguiamo sino ad incrociare una strada sterrata che tralasciamo per continuare sul sentiero che ora corre a fianco di una bellissima “bisse” di raccolta delle acque, a tratti costruita con tronchi di larice scavato: un’opera grandiosa che purtroppo in alcuni punti versa in cattivo stato di manutenzione.
Il sentiero ci conduce direttamente alle porte di Savoulx: una discesa lunga e divertente che ripaga ampiamente delle fatiche patite durante l’ascesa.
In conclusione, un itinerario poco frequentato e che meriterebbe sicuramente una maggiore valorizzazione: la Val di Susa, come sempre, non delude mai.
Testo e foto di Fabrizio Godio