Rose ci ha ormai da tempo abituati alle sue proposte, caratterizzate da un notevole rapporto qualità/prezzo. Caratteristica resa possibile dal fatto che il marchio tedesco vende direttamente online, con la possibilità di personalizzare gli allestimenti a proprio piacimento prima di effettuare l’ordine di acquisto. A differenza di altri produttori stranieri, comunque, Rose offre anche una sede italiana alla quale si può fare riferimento per ogni evenienza. La sua gamma cross country propone la Psycho Path, una front suspended con telaio in carbonio che abbiamo messo alla prova.
Descrizione
La Psycho Path è da diversi anni tra le protagoniste della gamma mtb di Rose. Negli anni è stata oggetto di opportuni aggiornamenti, per adeguarsi ai vari standard di mercato, tra geometrie più moderne e formati ruota. Quest’ultimo è proposto da Rose esclusivamente nel diametro da 29″ per questo modello, fatta eccezione per la taglia più piccola, proposta giustamente nel formato da 27.5″.
La Psycho Path è declinata in 4 versioni, ma ricordiamo che Rose offre praticamente innumerevoli possibilità di personalizzazione degli allestimenti in fase di acquisto, per consentire agli appassionati di adattare il modello secondo le proprie esigenze. La versione qui in test rappresenta il secondo gradino della gamma andando verso il top, tutte le versioni comunque hanno in comune un telaio in carbonio caratterizzato da un disegno ricercato. Troviamo infatti una vistosa fazzolettatura in corrispondenza della scatola sterzo a favore della massima rigidezza e un piantone leggermente curvato nella sua parte finale per fare spazio alla ruota da 29″ ed allo stesso tempo contenere la lunghezza del carro. Un carro costituito, inoltre, da foderi ben sagomati e sapientemente curvati, quelli superiori di spessore inferiore rispetto a quelli inferiori, per consentire un assorbimento controllato degli urti.
Cavi e guaine sono instradati all’interno del triangolo principale, che offre al posteriore la ormai consueta battuta Boost e che troviamo ovviamente anche per la forcella.
Una forcella RockShox Reba RL che consente la regolazione del ritorno ed il bloccaggio mediante comando remoto al manubrio.
Le ruote sono le DT Swiss X 1900 Spline, aventi un cerchio con canale interno da 25 mm di larghezza e 28 raggi a testa dritta e a spessore costante. Le gomme sono anch’esse tedesche, troviamo infatti le ottime Schwalbe Racing Ralph EVO SnakeSkin con mescola Addix Speed votata alla scorrevolezza e da 2.25″ di sezione.
Trasmissione interamente SRAM, con la GX Eagle a 12 velocità qui proposta con guarnitura Truvativ Stylo 7K e corona da 34 denti.
Anche i freni sono a marchio SRAM, con i Level TL aventi dischi di diametro differenziato, 180 mm all’anteriore e 160 mm al posteriore.
Il cockpit è in gran parte fornito da Race Face. Troviamo un manubrio Ride Flat Wide da 710 mm di larghezza, un attacco Ride da 90 mm di lunghezza e manopole invece della Ergon, le GA2 a singolo collare di bloccaggio.
Anche il reggisella è a marchio Race Face, con il modello Ride. Su di esso poggia una sella Selle Italia X3 Flow Fec.
Specifiche
Telaio: | Carbonio |
Escursione ant.: | 100 mm |
Forcella: | RockShox Reba RL |
Comando cambio: | SRAM GX Eagle, 12v |
Cambio: | SRAM GX Eagle |
Guarnitura/movimento centrale: | Truvativ Stylo 7K DUB, 34T / Press-Fit |
Cassetta pignoni: | SRAM XG-1275, 10-50T, 12v |
Catena: | SRAM GX Eagle |
Freni: | SRAM Level TL, 180/160 mm |
Ruote: | DT Swiss X 1900 Spline, 25c, 15×110 mm/12×148 mm, 28 raggi da 2 mm |
Coperture: | Schwalbe Racing Ralph EVO SnakeSkin, 29 x 2.25″ |
Manubrio: | Race Face Ride Flat Wide, 710 mm larghezza |
Attacco manubrio: | Race Face Ride, 90 mm lunghezza |
Manopole: | Ergon GA2, single lock-on |
Serie sterzo: | Semi integrata |
Reggisella: | Race Face Ride |
Sella: | Selle Italia X3 Flow Fec |
Peso: | 10,6 kg (taglia M, senza pedali) |
PREZZO: | € 2.151,92 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S (27.5″)-M-L-XL |
Tubo sella: | 415-450-480-510 mm |
Orizzontale virtuale: | 568-605-625-645 mm |
Angolo sterzo: | 70,5° |
Angolo piantone: | 74° |
Altezza movimento centrale: | 305 mm |
Standover: | 751-787-810-821 mm |
Tubo sterzo: | 95-100-110-115 mm |
Carro posteriore: | 428 mm |
Reach: | 407-426-443-462 mm |
Stack: | 580-626-635-640 mm |
Passo: | 1075-1100-1120-1141 mm |
Info: www.rosebikes.it
Il test
In sella
Il posizionamento in sella è tipicamente cross country racing, con un manubrio che forse più di uno troverà un po’ troppo stretto, sebbene noi l’abbiamo trovato invece azzeccato per la destinazione d’uso.
Si apprezza la presenza di un generoso batticatena con l’aggiunta di una placca a protezione del fodero inferiore da eventuali risucchi della catena e lo scudo a protezione del tubo obliquo, così come la presenza dell’attacco per un eventuale deragliatore, per chi volesse optare per una doppia corona o semplicemente desiderasse adottare un guidacatena con attacco compatibile.
La regolazione del SAG della forcella si avvale dell’abituale supporto fornito da RockShox e caratterizzato dalla presenza di indicazioni, sul fodero sinistro, relative alla pressione da adottare in funzione del peso del biker, oltre che dal consueto O-ring presente sullo stelo, dove troviamo anche una pratica scala graduata.
In pianura
Il peso complessivo della bici è abbastanza contenuto in rapporto al prezzo e rende la Psycho Path 2 molto reattiva alla spinta sui pedali, complice anche un telaio particolarmente rigido dal punto di vista torsionale, ruote anch’esse rigide e coperture dotate di battistrada e mescola che reagiscono bene sui fondi scorrevoli.
Per guadagnare ancora qualcosa sarebbe opportuna la trasformazione delle gomme in tubeless, vista la compatibilità delle ruote. Ruote che comunque non sono delle più leggere per un utilizzo XC racing, ma che ci hanno impressionato per l’estrema reattività e la totale assenza di risposte elastiche.
In curva
Nei tratti più stretti e tortuosi ci si gode l’elevata reattività regalata dalle geometrie e da un manubrio di larghezza contenuta. In queste situazioni è davvero difficile mettere in crisi la Psycho Path 2, che è in grado di districarsi con disinvoltura senza che sia necessario piegarsi troppo sulle braccia, riuscendo così a mantenere più rilassata la muscolatura.
Man mano che le velocità aumentano si avvertono i limiti delle coperture adottate, ma in questi casi la bici sfrutta il basso movimento centrale e soprattutto l’elevata precisione di guida in forza di un bilanciamento globale del mezzo e di ruote prive di flessioni.
In salita
Il rendimento in salita è a dir poco esaltante. La Psycho Path 2 si arrampica che è un piacere, con tempi di ascesa molto interessanti grazie alla rigidità non solo del telaio ma anche delle ruote, che pur non avendo un peso contenuto, sfruttano una risposta molto pronta dovuta ad una costruzione rigida.
Le Racing Ralph se la cavano molto bene sui fondi scorrevoli e mediamente dissestati, mentre mostrano qualche difficoltà sui fondi più ripidi e sconnessi, dove hanno qualche difficoltà ad aggrapparsi, soprattutto al posteriore nel caso in cui si tenda ad avanzare la seduta per affrontare le pendenze più impegnative.
In discesa
Nonostante l’angolo di sterzo sia più votato alla reattività che alla stabilità, la Psycho Path 2 ha sfoderato in discesa un comportamento molto prevedibile, grazie ad un carro messo a punto anche in funzione di questi contesti e che non reagisce mai in maniera nervosa, e neanche le frenate più brusche riescono a metterla in crisi.
La bici assorbe bene gli impatti anche a velocità elevate, ovviamente ricordandosi sempre di essere alla guida di una front, consentendo di impostare con facilità anche i cambi di traiettoria più repentini.
Conclusioni
Ad un prezzo così contenuto è davvero difficile trovare sul mercato un mezzo così performante come la Psycho Path 2. Ancora una volta Rose ci ha convinti grazie ad una qualità costruttiva eccellente che riduce i limiti naturali di un carro non ammortizzato e ad una guidabilità di livello elevato se rapportata al prezzo.