Wilier Triestina nasce nel 1906 a Bassano del Grappa come piccolo laboratorio di costruzione di biciclette. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti ed il marchio si è fatto ampiamente strada, non solo nella produzione ma anche in campo agonistico, dapprima nel ciclismo su strada e successivamente anche in ambito off road. La scorsa primavera ha presentato la nuova gamma 110 pensata per un utilizzo XC/marathon che propone un modello front ma anche una full suspended, la 110FX portata alla vittoria nella categoria Master dell’ultima edizione della Cape Epic da Massimo Debertolis e Ondrej Fojtik nonché oggetto di questo test.

Descrizione

Wilier propone con la 110FX una full suspended per il cross country/marathon dalle linee sinuose, con 100 mm di corse ad entrambe le ruote da 29″ e contraddistinta da geometrie che rispettano i canoni più moderni, trovando ad esempio un angolo di sterzo non eccessivamente aperto e un carro estremamente compatto, a vantaggio della guidabilità, ma anche più largo grazie al mozzo Boost, in modo da consentire l’adozione di coperture di sezione fino a 2.3″.

La gamma 110FX propone ben 16 varianti di allestimento, oltre a tre frame kit, tra cui quella in test rappresenta il top di gamma, fregiandosi di manubrio e ruote in fibra di carbonio.

Ovviamente in carbonio è anche il telaio offerto per tutti gli allestimenti. Troviamo una costruzione monoscocca 60 TON, con la quale Wilier si prefigge l’obiettivo di trovare un equilibrio perfetto tra rigidezza, comfort e resistenza. Il peso dichiarato è di soli 1690 grammi in taglia M.

Cavi e tubazioni sono instradate all’interno del telaio, compreso il cavo di attuazione dell’ammortizzatore, con un sistema a 5 vie completamente rivisto da Wilier e predisposto per ogni tipo di configurazione, compresa la possibilità di installare un reggisella telescopico. Prevista anche la possibilità di montaggio di un deragliatore o in alternativa di un guidacatena, che abbiamo trovato sul nostro esemplare in test.

Lo schema di sospensione è costituito da un carro in pezzo unico articolato su corti braccetti superiori e su un fulcro posto sul piantone, in posizione superiore e leggermente arretrata rispetto all’asse del movimento centrale.

L’unità ammortizzante anteriore è una Fox 32 Step-Cast Factory, con possibilità di regolazione del ritorno in maniera continua, tramite il pomello posto sotto il fodero destro, e la compressione sulle tre posizioni Open, Medium e Firm agendo sul comando remoto al manubrio.

Comando costituito da due leve azionabili con il pollice della mano sinistra e che regola simultaneamente anche la compressione dell’ammortizzatore.

Si tratta di un ammortizzatore Fox Float DPS Factory che prevede, quindi, regolazione del ritorno mediante una ghiera e della compressione sulle tre posizioni appena descritte.

Le ruote sono dell’italiana Miche, le K1 con cerchi in carbonio aventi un canale di larghezza interna pari a ben 27 mm. I mozzi sono di tipo Boost e i raggi sono 24 anteriori e posteriori, in acciaio inox, a testa dritta e a doppio spessore. Anche le coperture a marchio italiano, troviamo infatti le Vittoria Mezcal 29 x 2.1″.

In ambito trasmissione troviamo una pregevole SRAM XX1 Eagle a 12 velocità, con guarnitura monocorona a 32 denti e la consueta cassetta pignoni 10-50T.

Per arrestarsi la 110FX fa affidamento sui freni Shimano Deore XT, con dischi differenziati nel diametro, da 180 mm anteriore e 160 mm posteriore.

Posto di guida affidato quasi completamente a Ritchey. Del manubrio in carbonio vi abbiamo già accennato in apertura, troviamo infatti un WCS da 710 mm di larghezza abbinato ad un attacco della stessa gamma da 90 mm di lunghezza e manopole Force Grips in neoprene.

La seduta è affidata a Selle Italia, con una XL-R Kit Carbonio Superflow che poggia su un reggisella Ritchey Superlogic.

Specifiche

Telaio: Carbonio monoscocca 60 TON
Escursione ant.: 100 mm
Escursione post.: 100 mm
Forcella: Fox 32 SC Factory
Ammortizzatore Fox Float DPS Factory
Comando: SRAM XX1 Eagle, 12v
Cambio: SRAM XX1 Eagle
Guarnitura/Movimento centrale: SRAM XX1 Eagle, 32T / Press-Fit
Cassetta pignoni: SRAM XG-1299 Eagle, 10-50T 12v
Catena: SRAM XX1 Eagle
Freni: Shimano Deore XT, 180/160 mm
Ruote: Miche K1 – 27c – 24 raggi – 15×110 mm/12×148 mm
Coperture: Vittoria Mezcal 29 x 2.1″
Manubrio: Ritchey WCS, 710 mm larghezza, 5 mm rialzo
Manopole: Force Grips
Attacco manubrio: Ritchey WCS Alu, 90 mm lunghezza
Serie sterzo: Ritchey Pro, integrata
Reggisella: Ritchey Superlogic
Sella: Selle Italia XL-R Kit Carbonio Superflow
Peso: 10 kg (taglia L, senza pedali)
PREZZO: € 7.700,00

Geometrie

Taglie disponibili: S-M-L-XL
Angolo sterzo: 69,5°-70°-70°-70°
Angolo piantone: 73,5°
Orizzontale virtuale: 577-594-619-645 mm
Tubo sterzo: 100-106-115-125 mm
Carro posteriore: 438 mm
Reach: 395-417-440-463 mm
Stack: 589-596-605-614 mm

Info: www.wilier.com

Il test

In sella

Abbiamo trovato perfetta la seduta per la sua destinazione d’uso, sebbene il reach sia leggermente contenuto rispetto a quanto ci aspettassimo da un mezzo XC racing, una scelta probabilmente dettata dalla volontà di rendere la 110FX più abile a districarsi nello stretto. Nonostante l’impostazione racing, abbiamo trovato comunque la seduta abbastanza comoda anche per le uscite di diverse ore. Qualcuno potrebbe desiderare, invece, un manubrio leggermente più largo, in particolare i biker che hanno le spalle più larghe. Ben studiato il passaggio di cavi e tubazioni all’interno del telaio, che non ha mai generato rumori fastidiosi.

Per la regolazione del SAG della forcella viene in aiuto l’etichetta adesiva posta sul fodero sinistro, dove sono indicati i valori di pressione consigliati in funzione del peso del biker ma anche utili riferimenti per la regolazione del ritorno. Abbiamo utilizzato questi valori come base di partenza, trovandoci bene fin dalle prime uscite ed affinandoli poi in quelle successive. Per il SAG dell’ammortizzatore ci si avvale dell’o-ring e della scala graduata presenti sullo stelo, in questo caso abbiamo utilizzato un valore di SAG intorno al 20%, a seconda del percorso da affrontare.

In pianura

La risposta alla spinta sui pedali è di livello superiore alla media per una full, grazie ad un telaio torsionalmente rigido, alla gommatura scorrevole, alle masse rotanti leggere e ad una taratura racing dell’ammortizzatore.

Attivando poi la piattaforma stabile di pedalata per entrambe le unità ammortizzanti le cose migliorano ulteriormente. Farlo è un gioco da ragazzi, basta infatti premere una sola volta la leva del comando remoto che agisce simultaneamente su forcella ed ammortizzatore. Pur non avendo rilevato oscillazioni fastidiose del carro nella spinta sui pedali, il fatto di poterle ulteriormente ridurre con estrema praticità induce ancora di più a sfruttare questa possibilità, soprattutto percorrendo i fondi non eccessivamente sconnessi.

In curva

Le scelte operate per quanto concerne le quote geometriche consentono alla 110FX di districarsi facilmente anche nei single-track più lenti e tortuosi. Grazie ad un reach contenuto e ad un carro estremamente compatto la bici offre un’ottima guidabilità, che è possibile sfruttare in determinate situazioni, magari per liberarsi di un gruppo di inseguitori sul tracciato. Nelle curve veloci riesce ancora a mantenere un buon livello di prevedibilità, sebbene si senta l’esigenza di una gommatura un po’ più aggressiva.

In salita

La 110FX riesce a superare le erte più impegnative con estrema disinvoltura, grazie ad un peso molto contenuto, e qui ci riferiamo non solo alla massa complessiva ma anche al peso delle ruote. Siamo riusciti a trovare qualche difficoltà solo nelle salite più ripide e molto  sconnesse, dove abbiamo avvertito la mancanza di coperture con tassellatura più mordente, sebbene questo andrebbe poi a discapito della scorrevolezza nei tratti più veloci.

Non si sente l’esigenza di attivare la modalità intermedia di frenatura della compressione delle sospensioni, a meno che non ci si voglia divertire a rilanciare l’andatura anche in salita, lasciando agli inseguitori solo la polvere.

In discesa

In questo contesto, al di là di quanto già detto per le gomme non particolarmente aggressive, la 110FX oltre ad avvalersi di un ottimo bilanciamento globale sfrutta anche l’appoggio extra fornito dal generoso canale delle ruote, soprattutto se alla guida ci sono biker più pesanti o aggressivi. Ottima, come sempre nel caso del Deore XT, la risposta dell’impianto frenante. I biker più pesanti potrebbero desiderare di avere al posteriore un disco di maggior diametro.

Il carro di lunghezza ridotta, inoltre, conferisce alla bici un’ottima agilità che le consente di cambiare traiettoria con estrema facilità. La rigidezza del telaio e la precisione costruttiva, invece, offrono una guida molto efficace e precisa.

Conclusioni

La Wilier 110FX è fatta per competere ad alti livelli nelle gare cross country o di lunga durata. In questi contesti è in grado di offrire prestazioni al top in assoluto ma grazie al comfort garantito saprà soddisfare anche in un contesto più trailride, a patto però di dotarla di una gommatura più aggressiva, di un manubrio leggermente più largo e magari anche di un reggisella telescopico, vista la compatibilità.