Ci deve essere qualcosa di strano: mi guardo attorno e anzichè il bianco della neve vedo un tappeto multicolore di migliaia di fiori, e poi anziché avere gli sci ai piedi ho due grosse gomme tassellate che artigliano il terreno. Eppure sono sul Mont Giassez, una delle mete scialpinistiche più frequentate delle montagne olimpiche valsusine: soltanto qualche mese di ritardo e qualche grado di temperatura in più, mi risveglio dal sogno e già pregusto il piacere della discesa…
E’ la prima uscita in MTB di quest’anno sulle montagne valsusine a me tanto care: ne seguiranno certamente altre, il taccuino come sempre è pieno di gite da smarcare, ma oggi – dopo averlo a lungo corteggiato – è la volta del Mont Giassez, certamente più conosciuto sotto l’aspetto scialpinistico: nella stagione estiva, nonostante la zona sia conosciutissima e frequentata dai biker, questa vetta è poco o niente citata nella letteratura tecnica. Un motivo ci deve essere, e lo immagino pure: si fatica a salirci, e soprattutto gli ultimi due-trecento metri di dislivello sono da farsi rigorosamente a piedi, salvo brevi tratti…
In nottata ha piovuto e cupi nuvoloni coprono le vette più alte, ma fiducioso nelle previsioni – che si riveleranno perfette – eccomi a percorrere i placidi chilometri che separano Cesana da Bousson, lungo un ampio sentiero che costeggia la riva sinistra della Dora. A Bousson si lascia il bivio per il Lago Nero e si prosegue per Rhuilles, lungo una bella pista forestale che comincia a presentare le prime discrete rampe di salita: nulla al confronto di quel che deve arrivare.
Infatti al ponte di Rhuilles inizia il feroce tratto che porta alle Grange Chabaud: pendenze notevoli addolcite da qualche breve tratto più umano, non me lo ricordavo così duro questo tratto!!! (ci ero stato anni fa per un giro che mi aveva poi portato sui Monti della Luna e al Monginevro) Stoicamente lo pedalo tutto (ne pagherò dopo le conseguenze) ed eccomi alle baite desolatamente diroccate di Chabaud.
Seguendo le chiare indicazioni si devia a sinistra per il Colle Begino, e dopo essere entrati in un bel valloncello ecco a sinistra le indicazioni per il Giassez. La bella sterrata lascia il posto ad una traccia inerbita, ancora ben larga ed evidente, anche se il fondo “morbidoso” certamente non aiuta la resa della pedalata: comunque si sale senza grossi problemi in splendido e solitario ambiente boschivo, non ho incontrato un’anima durante tutta la salita.
Al limite della vegetazione d’alto fusto la traccia si affievolisce sempre più, segno della completa mancanza di manutenzione: gli ontanelli (ah come li odio!!!!) hanno invaso quasi tutta la carreggiata e ci si deve fare largo per procedere, inoltre la fatica comincia a farsi sentire e così cominciano i primi tratti a spinta. Poco male, c’è il tempo per guardarsi attorno ed ammirare lo splendido panorama. In ambiente ormai d’alta quota su un’esile traccia (pedalabile per i più bravi, non certo da me che sto spingendo da un bel pezzo!) si giunge così ai baraccamenti diruti della 83^ Batteria q. 2426: poco più di centro metri mi separano dalla vetta, che raggiungo tra folate di vento rinfrescante che scacciano la nuvola di mosche e tafani che mi sta torturando per tutta la salita.
Così eccomi finalmente in vetta al Mont Giassez mt 2588: bellissimo il panorama, lo sguardo va inevitabilmente allo Chaberton (chissà che quest’anno non si ritenti la scalata…) e agli invitanti pendii di discesa che sembrano disegnati apposta per lo sci.
Ma oggi si scende con la bike, e che discesa… Inizialmente in puro stile freeride, poi seguendo fedelmente la traccia GPS si va ad intercettare un esile e ripido sentiero che taglia a mezzacosta, privo di difficoltà tecniche ma molto esposto: poi è l’apoteosi dell’estate, i prati sono incendiati da migliaia di fiori coloratissimi, ed è entusiasmante scendere in questa tavolozza di colori.
La prima parte della discesa termina nei pressi di una radura ove sbuca anche la sterrata che arriva dalle Granges Chabaud: si svolta a sinistra e seguendo le chiare indicazioni per il colle Begino si prende una esile traccia di salita sul versante opposto che sale in diagonale, inizialmente ben pedalabile e via via più ripida e invasa dalla vegetazione.
Poco meno di duecento metri (parte dei quali a spinta, tanto per cambiare…) e si giunge in piano al Col Begino mt 2300: tralasciando la strada di discesa per il lago Nero e volgendo le spalle al Colle si prende l’evidente e larga sterrata che scende dolcemente contornando le pendici del M.Corbioun, la si segue per un buon tratto sino a che entra nel bosco disegnando qualche tornante sino alla Roche Courbe: qui ad un tornante si prende a destra (indicazioni per Gr.Chabaud) e subito dopo ecco l’inizio del sentiero dei Forestali, segnalato da un pannello ligneo.
E qui comincia il bello: casco, protezioni e giù per una traccia nel bosco semplicemente fantastica, il sentiero disegna molteplici tornantini strettissimi che richiedono una eccellente tecnica di guida (nose press obbligatorio…), ma anche scendendo dalla bici sui più stretti ci si diverte alla grande, anche perché il fondo è semplicemente perfetto, non un sasso, non una radice. Verso il fondo le difficoltà vanno calando, si attraversa il torrente su un ponticello semi crollato ed infine si sbuca sulla sterrata che collega Bousson a Rhuilles: il rientro a Cesana è un gioco da ragazzi.
Testo e foto di Fabrizio Godio