La Sanction di 10 anni andava ad affiancarsi al modello Force del marchio GT per quanto concerne l’escursione alla ruota posteriore, che per entrambe era pari a 152 mm, ma la Sanction all’anteriore proponeva una forcella da 160 mm, 20 mm più della Force, oltre che geometrie radicalmente diverse e più votate al gravity.

A differenza della Force, orientata ad un utilizzo trailride, la Sanction si spingeva verso un ambito di utilizzo all mountain. In ogni caso lo schema di sospensione era sempre l’Independent Drivetrain di casa GT, con il quale il movimento centrale era collegato al triangolo principale mediante un braccetto in alluminio forgiato, ritrovandosi così a ruotare su un asse diverso da quello del carro, quindi svincolato da esso. L’intento era quello di garantire un buon assorbimento delle asperità da parte della sospensione ed allo stesso tempo una buona risposta alla spinta sui pedali.

Il telaio sfruttava tubazioni in alluminio 6061 monoscocca, specificamente sagomate per garantire la massima rigidezza. Rigidezza assicurata anche dalla presenza dei perni passanti all’anteriore e al posteriore.

La gamma prevedeva due versioni: Sanction 1.0 e Sanction 2.0. Si differenziavano principalmente per la presenza di una forcella Fox 36 Talas RC2 nel primo caso e di una RockShox Domain nel secondo.

Geometrie

Taglie disponibili: S/M/L/XL
Angolo sterzo: 67°
Angolo piantone: 72,2°
Orizzontale virtuale: 575-595-610-630 mm
Altezza movimento centrale: 354 mm
Tubo sterzo: 110-120-120-140 mm
Carro posteriore: 431 mm
Standover: 713-728-740-761 mm
Interasse: 1120-1141-1157-1188 mm

Pro

Il rendimento in pedalata era tra i più elevati in assoluto. In discesa, anche nei tratti più tecnici, la Sanction sfoderava la sua estrema maneggevolezza e le ottime capacità di assorbimento degli impatti.

Contro

Difficile nascondere il suo peso, che lo si avvertiva nell’affrontare le salite.