“La Vecia Ferovia” del 5 agosto è uno degli appuntamenti più sentiti del calendario agonistico di Trentino MTB, una sfida avvincente per agonisti veri, ma anche per tanti appassionati ed escursionisti delle ruote grasse i quali da quest’anno potranno cimentarsi sul nuovo tracciato loro dedicato, di 36 km e 1.027 metri di dislivello. Ė ancora presto per emettere sentenze, ma ad aver dato la propria adesione per combattere tenacemente alla penultima sfida stagionale del circuito ci sono già il top rider Alexey Medvedev, campione europeo marathon e già vincitore in Val di Fiemme nel 2008, il “vecchio leone” bergamasco Marzio Deho, ben 338 vittorie in carriera, il trentino Christian Pallaoro, il bravo Vittorio Oliva, il veneto Tiziano Carraro, e ancora Davide Malacarne, l’altoatesino Michael Wohlgemuth, il giovane Elia Andriollo, Marco Rosati, Andrea Zamboni, Andrea Clauser, Massimo Piva, Roberto Fondriest, Agostino Andreis, Daniele Magagnotti, Stefan Ludwig, Francesco Vaia e l’esperto Piergiorgio Dellagiacoma.
Per quanto riguarda la battaglia sportiva al femminile la bergamasca Simona Mazzucotelli farà probabilmente i conti con le scaligere Chiara Burato e Lorena Zocca, con le tre a tentare di recuperare punti importanti sulla leader di classifica Sandra Lever, in vista del rush finale alla “3TBIKE” valsuganotta.
Da Ora (BZ) a Molina di Fiemme (TN) viaggerà il percorso “classic” di 47 km e 1.549 metri di dislivello per una delle competizioni più prestigiose d’Italia, senza dimenticare la “Mini Ferrovia” del sabato, con i giovani bikers ad ‘assaggiare’ gli itinerari che li vedranno protagonisti nel prossimo futuro.
Ed ora qualche cenno storico, perché quando si parla delle quasi ventidue annate de “La Vecia Ferovia”, di storia si parla. Furono gli eventi bellici a dare un notevole impulso alla costruzione di una ferrovia che collegasse la Val di Fiemme, ovvero il fronte del Lagorai, con la Val d’Adige e la ferrovia del Brennero. La ferrovia fu fatta iniziare ad Ora e la costruzione partì nell’inverno 1915 –16. Finita la guerra e annesso il Trentino Alto Adige al territorio italiano, vi fu un decennio di amministrazione FS della linea, utilizzando le macchine rimaste in dotazione alla ferrovia, ovvero 10 Mallet più altre macchine minori. Vennero quindi i tempi della motorizzazione di massa e di una politica che portò, in un solo lustro, alla perdita di tre splendidi gioielli ferroviari perfettamente ambientati nello scenario dolomitico, tra i quali la ferrovia della Val di Fiemme (1963). La storia tuttavia prosegue anche quando materialmente “non c’è più”, grazie ad una sfida su ruote artigliate…