Con il modello Marathon 10 anni fa GT proponeva una full suspension da 100 mm di escursione alla ruota posteriore, destinata quindi alle competizioni marathon o comunque a quelle lunghe uscite in sella in cui non si cerca necessariamente di strafare ad ogni occasione.

GT Marathon Team

Declinata sia con telaio in carbonio (versioni Team, Expert e Pro) che in alluminio (versioni Elite e Sport), la Marathon offriva nel primo caso un telaio completamente in carbonio monoscocca, con tubazioni caratterizzate da profili ricercati e sapientemente disegnati.

GT Marathon Pro

Telaio che, nella versione in carbonio, offriva già all’epoca il passaggio interno di cavi e guaine, che donava un disegno estremamente pulito alla bici.

Lo schema di sospensione della Marathon adottava l’Indipendent Drive (iDrive) di GT, giunto a quei tempi alla sua quarta generazione, con il quale il movimento centrale era collegato al triangolo principale mediante un braccetto in alluminio forgiato, ritrovandosi così a ruotare su un asse diverso da quello del carro, quindi svincolato da esso.

Grazie a questo tipo di cinematica, la forza impressa sui pedali non determinava una compressione della sospensione, lasciandola in tal modo libera di assorbire gli impatti anche alzandosi sui pedali.

GT Marathon Elite

La Marathon veniva, inoltre, proposta con forcella da 120 mm, quindi ben 20 mm in più di corsa rispetto al posteriore. Ciò le conferiva anche un’aria da trailbike, come detto in apertura.

Geometrie

Taglie disponibili: XS-S-M-L-XL
Orizzontale virtuale: 551-561-589-613-635 mm
Angolo sterzo: 71°
Angolo piantone: 73°
Altezza movimento centrale: 333 mm
Standover 706-725-759-783-790 mm
Tubo sterzo: 100-110-120-140-155 mm
Carro posteriore: 431 mm
Passo: 1041-1051-1082-1104-1125 mm
GT Marathon Sport

Pro

In salita la Marathon si rivelava un’ottima scalatrice e nei tratti più guidati si dimostrava molto decisa nelle traiettorie.

Contro

Pur in presenza di una forcella da 120 mm di corsa lo sterzo era forse un po’ troppo chiuso per affrontare le discese più veloci. La zona di infulcro del carro, inoltre, tendeva a raccogliere molto fango.