Esattamente un anno fa Rose ha presentato la sua nuova creazione, la Pikes Peak. Una piattaforma full declinata in due versioni: AM, con escursioni e geometrie per un utilizzo all mountain, e EN, più aggressiva e votata ad un utilizzo in ambito enduro. Con entrambe le versioni, inoltre, Rose ha introdotto la tecnologia Progeo, con la quale grazie ad uno specifico meccanismo azionabile con una chiave esagonale, è possibile variare sia le geometrie della Pikes Peak che la progressività della sua sospensione in funzione dei percorsi da affrontare. Una tecnologia senza dubbio interessante che abbiamo avuto modo di approfondire nel corso del nostro test.
Come anticipato in apertura, Rose propone con la sua Pikes Peak EN una piattaforma orientata ad un utilizzo in ambito enduro, grazie ad un’escursione alla ruota posteriore pari a 165 mm abbinata ad una forcella da 160 mm di corsa e a quote geometriche molto aggressive.
Un mezzo che si stacca totalmente dal modello Uncle Jimbo, peraltro ancora a catalogo, grazie ad un lungo lavoro di sviluppo, visto che già tre anni fa al CosmoBike Show di Verona abbiamo avuto modo di vederla in una versione prototipale.
La versione EN è declinata in tre allestimenti, di cui quello in prova rappresenta il gradino di ingresso, seppure già con una componentistica di tutto rispetto guardando le sospensioni e le ruote prescelte. In ogni caso ricordiamo che Rose dà la possibilità di personalizzarne il montaggio grazie al configuratore online all’atto dell’acquisto. Tutti i telai sono, inoltre, coperti da garanzia di 6 anni e per lo stesso periodo Rose offre anche il servizio Crash Replacement, che prevede in caso di incidente la sostituzione del telaio con uno sconto del 50%.
Il telaio è realizzato completamente in carbonio, compreso il bilanciere della sospensione. Il passaggio di cavi e guaine è completamente interno al telaio. La sospensione mantiene uno schema con Horst-Link, orientato ad una massima sensibilità della sospensione in modo da svincolarla dalle forze indotte dalla pedalata e dalla frenata.
Dicevamo del sistema Progeo, che in effetti rappresenta un’interessante novità introdotta da Rose con la Pikes Peak. Si tratta di un meccanismo posizionato in corrispondenza dell’attacco inferiore dell’ammortizzatore, dove troviamo un flip chip da azionare mediante una chiave esagonale da 6 mm e che consente di variare la posizione del flip chip su 4 posizioni a scelta tra: PRO HIGH/GEO STEEP, PRO MID/GEO STEEP, PRO MID/GEO SLACK, PRO LOW/GEO SLACK. Variando il flip chip ciò che cambia in sostanza è il posizionamento dell’attacco inferiore dell’ammortizzatore, che va però ad influenzare sia le geometrie del mezzo che la progressività della sospensione posteriore.
Il termine PROGEO nasce dalla fusione delle iniziali di progressione e geometria, riferendosi nel primo caso all’andamento della curva di compressione del carro posteriore, per la gestione dei fondo corsa, e nel secondo caso alle principali quote geometriche, in particolare l’angolo di sella, l’angolo di sterzo e l’altezza del movimento centrale.
PRO HIGH/GEO STEEP: corrisponde alla massima progressività della sospensione e a geometrie più verticali. Configurazione consigliata per affrontare le lunghe salite, vista la massima efficienza di pedalata offerta.
PRO MID/GEO STEEP: le quote geometriche rimangono verticali mentre la progressività della sospensione si mantiene su valori intermedi. Configurazione consigliata per affrontare i trail più tecnici con curve strette, dove viene richiesto un maggior sfruttamento della corsa a disposizione ma anche una maggiore reattività del mezzo.
PRO MID/GEO SLACK: la progressività della sospensione si mantiene su valori intermedi ma le geometrie sono più votate alla discesa, con angoli più aperti e movimento centrale più basso. Con questa configurazione viene ancora fornito il massimo supporto nelle compressioni, ad esempio negli atterraggi dai salti di un certo rilievo.
PRO LOW/GEO SLACK: in quest’ultima configurazione abbiamo sempre geometrie votate alla discesa ma con una bassa progressività della sospensione. E’ possibile sfruttarla quindi nell’affrontare le discese più veloci, dove è richiesta tutta l’escursione disponibile con le geometrie che garantiscono la massima stabilità alle alte velocità.
Possiamo, quindi, riassumere che la prima configurazione riguarda esclusivamente le salite, la seconda i tratti più tecnici e pedalati e le ultime due le discese, a seconda che siano caratterizzate da salti di una certa entità (PRO MID/GEO SLACK) o percorsi più flow (PRO LOW/GEO SLACK).
All’anteriore troviamo una forcella RockShox Lyrik RC da 160 mm di corsa e con regolazione del ritorno e della compressione alle basse velocità fino al bloccaggio mediante la leva sullo stelo destro.
Anche l’ammortizzatore è a marchio RockShox. Troviamo il Super Deluxe RC3, con attacco di tipo Trunnion e regolazione della compressione sulle tre posizioni Open/Pedal/Lock e del ritorno.
Per le ruote Rose ha scelto la svizzera DT Swiss e le sue E 1900 Spline. Hanno un canale interno del cerchio da 25 mm e 28 raggi a spessore costante. Le gomme sono le Maxxis Minion DHR II, all’anteriore con mescola 3C Max Terra. Sia ruote che gomme sono convertibili in tubeless.
Trasmissione interamente Shimano ed un misto tra Deore XT e SLX. Troviamo una guarnitura SLX monocorona da 32 denti, con l’aggiunta di guidacatena e bash a marchio e*thirteen, in accoppiata al cambio Deore XT e alla cassetta pignoni SLX 11-46T.
Anche i freni sono gli SLX di Shimano, con dischi da 203 mm all’anteriore e 180 mm al posteriore.
Posto guida proposto da Spank per quanto riguarda l’accoppiata manubrio/attacco. Il manubrio è lo Spike Race da ben 800 mm di larghezza e l’attacco è anch’esso lo Spike Race, da 35 mm di lunghezza e con diametro di accoppiamento con il manubrio pari a 35 mm. Le manopole, invece, sono le Ergon GE10 a singolo collare di bloccaggio.
La sella è la SDG Circuit MTN e poggia sul reggisella telescopico RockShox Reverb 1x Remote, con escursione da 170 mm prevista per la taglia L qui in test.
Specifiche
Telaio: | Carbonio |
Escursione ant.: | 160 mm |
Escursione post.: | 165 mm |
Forcella: | RockShox Lyrik RC |
Ammortizzatore: | RockShox Super Deluxe RC3 |
Comando cambio: | Shimano SLX M7000, 11v |
Cambio: | Shimano Deore XT M8000 |
Guarnitura: | Shimano SLX M7000, 32T, guidacatena e*thirteen |
Cassetta pignoni: | Shimano SLX M7000, 11-46T, 11v |
Catena: | Shimano HG-6001 |
Freni: | Shimano SLX M7000, 203/180 mm |
Ruote: | DT Swiss E 1900 Spline, 25c, 15×110 mm/12×148 mm, 28 raggi da 2 mm |
Coperture: | Maxxis Minion DHR II 3C Maxx Terra EXO TR / Maxxis Minion DHR II EXO TR, 27.5 x 2.30″ |
Manubrio: | Spank Spike Race, 800 mm larghezza, 15 mm rise |
Attacco manubrio: | Spank Spike Race, 35 mm lunghezza |
Manopole: | Ergon GE10 |
Serie sterzo: | Acros, integrata |
Reggisella: | RockShox Reverb 1x Remote, 170 mm di corsa |
Sella: | SDG Circuit MTN |
Peso: | 13,4 kg (taglia L, senza pedali e camere d’aria) |
PREZZO: | € 3.484,69 |
Geometrie
Taglie disponibili: | S-M-L |
Tubo sella: | 420-440-460 mm |
Orizzontale virtuale: | Steep Geo: 591-616-646 mm, Slack Geo: 594-619-649 mm |
Angolo sterzo: | Steep Geo: 66,5°, Slack Geo: 65,6° |
Angolo piantone: | Steep Geo: 75°, Slack Geo: 74° |
Altezza movimento centrale: | Steep Geo: 355 mm, Slack Geo: 343 mm |
Standover: | Steep Geo: 720-727-740 mm, Slack Geo: 708-715-727 mm |
Tubo sterzo: | 110-115-125 mm |
Carro posteriore: | 430 mm |
Reach: | Steep Geo: 432-455-482 mm, Slack Geo: 422-445-472 mm |
Stack: | Steep Geo: 595-600-609 mm, Slack Geo: 602-607-616 mm |
Passo: | Steep Geo: 1.166-1.192-1.222 mm, Slack Geo: 1.168-1.194-1.224 mm |
Info: www.rosebikes.it
In sella
Ciò che ha destato in noi maggiore interesse iniziale è stato ovviamente il meccanismo del Progeo. E’ molto semplice da azionare, visto che basta avere una chiave esagonale da 6 mm. Dopo aver svitato, sul lato sinistro della bici, fino a battuta si spinge il meccanismo per aprire le due piastre di supporto su entrambi i lati. A questo punto si continua a girare la chiave in senso antiorario fino a posizionare il Progeo nella posizione desiderata. Successivamente occorre spingere nuovamente in sede le due piastre per poi riavvitare il tutto. Pur essendo rapido da attivare, appare chiaro che il suo scopo principale non è quello di variare il setup della bici ad ogni minimo cambiamento del terreno ma senz’altro si presta ad essere sfruttato sia su quei percorsi che già si conoscono, che quindi si ha la possibilità di affrontare con un assetto più consono, sia sui percorsi sconosciuti, laddove si può ad esempio adottare una modalità rispetto ad un’altra a seconda del proprio stile di guida. Gli effetti del Progeo, infatti, si avvertono in maniera tangibile sul campo, visto che da una modalità all’altra sembra di guidare una bici diversa in termini di geometrie ma anche di risposta della sospensione.
La presenza delle unità ammortizzanti RockShox agevola come sempre la regolazione dei SAG di forcella ed ammortizzatore, grazie all’O-ring scorrevole lungo la scala graduata. Nonostante la presenza del Progeo, il valore di SAG non cambia al variare delle quattro posizioni, il consiglio comunque è di regolare il SAG mantenendosi tra il 28% ed il 30% nella posizione PRO MID/GEO SLACK.
Il posizionamento in sella è prettamente da mezzo da enduro. L’allungamento dell’orizzontale è comunque sapientemente mitigato da un attacco manubrio estremamente corto. La larghezza del manubrio potrebbe inizialmente spaventare ma noi consigliamo di tenerla così almeno per un paio di uscite impegnative prima di decidere di accorciarlo.
In pianura
La Pikes Peak EN sorprende subito in positivo, grazie alla rigidità dell’insieme e probabilmente anche alla taratura dell’ammortizzatore. La risposta alla spinta sui pedali è molto proficua e impostando il Progeo su PRO MID/GEO STEEP è possibile sfruttare una maggiore reattività del mezzo mantenendo più chiuso lo sterzo ed allo stesso tempo garantendosi ancora un buon sfruttamento della corsa a disposizione.
In curva
La Pikes Peak EN si è dimostrata pronta e precisa nell’affrontare le curve, avvalendosi sempre di una notevole rigidità strutturale. In questi frangenti, soprattutto nell’affrontare curve in rapida successione o nei tornanti stretti la modalità PRO MID/GEO STEEP si è dimostrata molto premiante. Sui fondi maggiormente sconnessi si potrebbe desiderare di avere all’anteriore una gomma dal grip superiore, come potrebbe essere la Minion DHF rimanendo in casa Maxxis, che faciliterebbe anche la direzionalità del mezzo.
In salita
Impostando la modalità PRO HIGH/GEO STEEP del Progeo sembra di essere in sella ad una veloce trail bike, tanto la Pikes Peak EN arrampica di buon grado. Gioca a suo favore anche il peso relativamente contenuto rispetto alla destinazione d’uso. Sulle salite più scorrevoli si può sfruttare la posizione Lock dell’ammortizzatore, che pur non essendo un bloccaggio totale rende comunque le oscillazioni quasi impercettibili rimanendo seduti in sella. Se la salita, invece, è delle più tecniche allora si può lasciare l’ammortizzatore impostato su Pedal per sfruttare l’elevato grip offerto dalla sospensione, che in combinazione con l’aderenza offerta dalle gomme fa aggrappare la Pikes Peak EN anche lungo le erte più impensabili.
In discesa
In queste situazioni, impostando il Progeo su una delle due modalità PRO MID/GEO SLACK oppure PRO LOW/GEO SLACK ci si gode appieno il comportamento prettamente da enduro della Pikes Peak EN. Premesso che il più delle volte abbiamo optato per la prima in modo da avere la bici più pronta in uscita dalle curve, la scelta tra le due modalità è comunque dettata dalle preferenze personali. La bici fa in ogni caso valere il suo passo lungo, l’ottimo lavoro della sospensione nonché le possenti ruote e gomme, consentendo di raggiungere le velocità più elevate in quei tratti in cui si riesce a spremerla fino in fondo adottando una guida aggressiva consona al mezzo.
Nelle discese più tortuose si può preferire la modalità PRO MID/GEO STEEP, che pur mantenendo una progressività intermedia della sospensione offre quote geometriche più verticali a favore di una maggiore reattività quindi nell’affrontare repentini cambi di direzione, vista anche la scarsa propensione della gomma anteriore a facilitare i cambiamenti di traiettoria. E’ chiaro che si perde qualcosa in termini di stabilità, ma come si suol dire tutto è un compromesso.
Conclusioni
La Pikes Peak EN conferma il nostro elevato apprezzamento per il marchio tedesco, che ancora una volta si dimostra in grado di soddisfare appieno il biker alla ricerca di un mezzo da enduro di elevata qualità a fronte di una spesa ancora contenuta, con l’aggiunta di una soluzione tecnica che farà la gioia di chi come noi predilige il massimo in ogni situazione a fronte di un piccolo intervento.