Sono passate le prime 3 gare di Coppa del Mondo e le statistiche dicono che sono 14esimo nella generale, che me la cavo alla grande nello Short Track (la nuova disciplina introdotta) e che anche con la Full ho fatto due belle gare in Rep Ceka.

Intendiamoci, anche la Germania è andata bene e con il classico clima di Albstadt (piove tutti gli anni) la pista è diventata interessante creando dei gap tecnici notevoli. Io gommato con le Karma facevo quello che volevo, la CV con quel setting fa davvero paura sul viscido.
Quello però di cui vi voglio parlare è una visione, un brivido e allo stesso tempo quello che ho vissuto durante il Main Event a Nove Mesto.

Tutti sappiamo che è una delle gare più belle del circuito Mondiale, che è murato di gente e che il percorso è stupendo, largo e dannatamente moderno.
Quello che non potete sapere è quanto forte siamo andati…

Partiamo dal fatto che al giro di lancio si va al fuoco e si prende la prima salita sempre al fuoco, si scende una cinquantina di metri e si risale da un ghiaione non ripidissimo a dirla tutta ma comunque che tira in su. Beh, vi dico che volavano i sassi…. VOLAVANO I SASSI dalle gomme posteriori e a saperlo montavo i paramani… Questo è quanto forte andavamo sul lancio….
Poi è stato un susseguirsi di giri veloci a ritmo forsennato che di per se, direte voi, è semplicemente Cross Country.
No, not this time.

Questa volta di più, più veloci, più forti, più decisi ad ogni ingresso sul tecnico.
Quello che una volta si faceva sulle uova (vedi l’ultimo rock garden) ora si fa a mani chiuse praticamente e ollando ogni sasso… Beh perlomeno io entravo saltando le prime pietre, tiravo manual su una radice per copiare un sassone, entravo leggermente a destra in stile French (la linea me l’ha fatta vedere Steph), schiacciavo sul ponte e ollavo di nuovo il finale prima della pianta uscendo a mille e non toccando MAI i freni. Okay, io ero veloce ma gli altri non frenavano mica tanto…

Ragazzi qui qualcosa è cambiato, adesso se ci danno le piste larghe (please le vogliamo largheeeeeeeeee) per andare forte noi andiamo come le moto e, per stare in tema il brivido viene proprio da lì, dal fatto che dentro la gara e soprattutto dopo il traguardo ho pensato di aver corso col motore e non semplicemente con i pedali.
La visione è una conseguenza, le bici si allungano, gli angoli si aprono e le velocità aumentano… Dateci quello di cui abbiamo bisogno e vi faremo vedere una disciplina che, anche dove vi faranno entrare gratis, vorrete pagare il biglietto.

Okay sto esagerando ma io voglio andare BIG e sono convinto che la new generation lo vuole, per noi, per voi, per lo sport.
Ultima piccola nota, bisogna sempre pedalare e forte, quindi alla fine c’è sempre chi nonostante non sia un drago sulla bici arriva davanti, ma se la visione è giusta ci sarà da divertirsi in un futuro non troppo lontano.

Tutto di pancia ragas, non lo rileggo nemmeno.

Marco Aurelio Fontana