La Barzo è presente ormai da diverso tempo nella gamma Vittoria e con essa il produttore bergamasco propone una copertura pensata per i percorsi cross country più tecnici, caratteristica che oramai hanno la stragrande maggioranza dei tracciati riservati alle competizioni di un certo livello. L’abbiamo messa alla prova per voi su un lungo periodo.

Descrizione

La Barzo è dotata di un battistrada costituito da tasselli di medio profilo e distribuiti in maniera uniforme, in modo da ridurre la resistenza al rotolamento. I tasselli, inoltre, sono tutti ben squadrati e dotati di un intaglio ben definito sulla loro sommità, a favore del massimo grip sui fondi più sconnessi.

La corona centrale si compone di tasselli alternati, in modo da sopperire alla mancanza di un canale centrale a favore della direzionalità. La transizione dai tasselli centrali a quelli laterali è ben supportata dalla presenza di tasselli intermedi ben distribuiti.

Per quanto riguarda la mescola è adottata la 4C, ovvero la presenza di 4 mescole combinate insieme, mentre la carcassa è da 120 TPI, con cerchietto pieghevole. Recentemente anche per la gamma Barzo è stata adottata la mescola G+ Isotech, ottenuta combinando la 4C con il Grafene (per maggiori dettagli su questo materiale vi rimandiamo al nostro articolo).

Con la sigla TNT (Tube/No Tube) Vittoria indica la presenza di una carcassa tubeless ready, quindi con la possibilità di utilizzare la copertura anche senza camera d’aria.

Il peso medio da noi rilevato tra le due coperture in test è stato di 721 grammi. La Barzo è disponibile nei tre diametri ruota oltre che in diverse sezioni, ed è in vendita al prezzo di € 59,95.

Info: www.vittoria.com

Il test

Il battistrada della Barzo sfoggia un disegno aggressivo per essere una gomma destinata al cross country, seppure i tasselli mantengano un’altezza comunque non eccessiva. Il montaggio in modalità tubeless non ha richiesto particolari accorgimenti. E’ bastata, infatti, una buona pompa da officina per far tallonare la gomma e successivamente anche la sigillatura è stata immediata e senza sorprese una volta sul campo.

La guidabilità della Barzo si è mantenuta su ottimi livelli, ma ce lo aspettavamo visto il disegno del battistrada. Chiaramente in presenza di un fondo ricoperto di brecciolino di dimensioni non contenute si avverte il limite dei tasselli dal profilo superiore alla media ma pur sempre contenuto trattandosi di una gomma da XC.

Affrontare le curve in appoggio non mette in difficoltà la Barzo, che facilita i cambi di direzione senza mai fornire una risposta brusca ma anzi accompagnando in fase di piega con la massima prevedibilità grazie al profilo rotondo della gomma ed al disegno ben distribuito dei tasselli.

La scorrevolezza si è mantenuta su buoni livelli, non ottima vista comunque l’altezza superiore alla media dei tasselli in relazione alla destinazione d’uso, ma noi la preferiamo così, vista poi l’aderenza extra che è in grado di fornire la Barzo rispetto ad una classica copertura da XC. Anche sul bagnato, infatti, ci ha regalato per questo tanta sicurezza in più e l’autopulizia dal fango si è mantenuta su livelli sufficienti.

La carcassa si è dimostrata particolarmente robusta, influendo positivamente non solo nella conversione in tubeless ma anche nella resistenza alle forature, che nei sette mesi di utilizzo si è attestata su livelli esemplari.

La Barzo si è dimostrata senza dubbio un’eccellente copertura per affrontare le gare cross country anche sui tracciati più impegnativi, ma l’abbiamo apprezzata anche in un ambito trailride, seppure in questo caso con i dovuti limiti rispetto a gomme più specifiche per tale contesto.