Stupore. La parola chiave della quinta tappa dell’Iron Bike 2018, ovvero la quarta edizione della Calanchi Bike, è stupore. Se si vuole esplorare un pianeta alieno, rimanendo con i piedi ben piantati sulla (e nella) Terra, allora si può inforcare una mountain bike e, a mo’ di veicolo lunare, esplorare la riserva naturale di Calanchi.
Devono aver pensato questo i 250 ciclisti che domenica 7 maggio hanno preso parte alla gara organizzata dal fan club di Domenico Pozzovivo, la MontalBike ASD, 45 km e 1280 metri di dislivello tracciati interamente su e giù per le formazioni argillose tipiche della val D’Agri e in procinto di diventare un bene protetto dall’Unesco. Mente il corridore lucano è impegnato al Giro d’Italia (dov’è attualmente il primo degli italiani in classifica generale), suo papà e il gruppo del fan club si sono impegnati per far scoprire lo scenario dei calanchi ai ciclisti che sono giunti in larga parte dalla Puglia, trovando un paese molto accogliente.
ORGANIZZAZIONE IMPECCABILE – Percorso presidiato e segnalato con criterio, dispiegamento di forze e coordinamento impeccabile con la protezione civile. Un solo intervento sanitario necessario, nessuno smarrimento sul percorso. Sono queste, invece, le cifre del dietro le quinte, l’ossatura vigorosa della quarta Calanchi Bike, che ha permesso lo svolgimento sereno e divertente dell’evento. Molto apprezzato il pacco gara per tutti, impreziosito da una bottiglia di vino rosso delle cantine Crocco (primitivo) e una cover per telefono, così come anche il pasta party ricco e gratuito. Ma su tutto i biker hanno dimostrato di gradire i ristori sul percorso, numerosi e collocati esattamente nei punti più critici. «Quella della MontalBike e di Leonardo Pozzovivo è un’organizzazione da prendere a modello – ha commentato infatti Mimmo Del Vecchio, neo responsabile del fuoristrada per la Federciclismo Puglia – sono stati eccellenti e lo dimostra non solo la cura dei dettagli, ma anche la sinergia tra le diverse forze dell’ordine e associazioni di volontariato». Un unico difetto: occorre crederci di più, per una gara che merita ben altri numeri.
ALLA SCOPERTA DEI CALANCHI – É pittoresca la terra dei Calanchi, bella da vedersi, dura da pedalarsi. E potenzialmente cattiva in caso di pioggia (che per fortuna è arrivata solo a festa finita). Ma capace sempre di regalare emozioni, perché tra le argille secche, dure e polverose, il legame con la terra è accentuato, intenso, irrinunciabile. Quale miglior mezzo di promozione del territorio?
LA PAROLA A DOMENICO MALVASI (organizzatore) – Una bellissima giornata di sport qui a Montalbano Jonico ed è dalla terra di Domenico Pozzovivo che giunge al corridore lucano un grande in bocca al lupo per il Giro d’Italia. Allora com’è andata, traccia un bilancio «É andata molto bene, più delle aspettative. Il percorso è stato apprezzato da tutti e per fortuna nessuno si è fatto male, salvo una caduta (ma i soccorsi sono subito intervenuti). I ragazzi si sono divertiti tutti e hanno gradito anche il pasta party – commenta soddisfatto il giovane Malvasi – Ringraziamo l’amministrazione comunale, il corpo della polizia municipale, ci sponsor soprattutto Feder, Shimano, Ubi Banca che ci hanno permesso di formare tutti i pacchi gara e i premi. Il nostro presidente Leonardo Pozzovivo, il papà di Domenico, opera come uno di noi, non si ferma mai davanti a niente. E tutti i ragazzi della società perché abbiamo formato un gran bel gruppo e grazie a questa unione, a questo unione per la bicicletta stiamo riuscendo a portare l’evento della Calanchi Bike sempre più avanti e cercheremo sempre di migliorarci in tutto».
Calanchi Bike e Iron Bike un connubio che continuerà anche l’anno prossimo? «Io spero di sì, anche perché stiamo trovando sempre un’ottima collaborazione. Poi ci stanno Carrer e Leuci che ci sono sempre di supporto e grazie a loro le piccole cose che ci mancano, i piccoli errori, riusciamo sempre a migliorarli».
Come vedi Domenico al Giro 101? «É in forma. Quando arriva al Giro del Trentino (Tour of the Alps, ndr) in forma poi “spacca” al giro. Speriamo che la forma riesca a mantenerla, adesso sta davvero forte, essere nei dieci alla cronometro è meraviglioso ad inizio Giro».
IRON BIKE AL GIRO DI BOA – In men che non si dica l’avventura cominciata il 25 febbraio ad Alberobello, transitando per Castel del Monte, Gravina e Montalbano, è giunta al giro di boa. Cinque le tappa disputate sulle dieci in calendario, ma lo sprint finale in vista dell’estate è appena cominciato: con cadenza di quindici giorni ci saranno Palazzo San Gervasio e Vieste. E con l’arrivo sulle spiagge del Gargano e il tradizionale tuffo in acqua dopo la gara l’estate potrà avere inizio. E chissà che fino ad allora la classifica generale non subisca scossone, in preparazione ad un finale scoppiettante a settembre e ottobre, con Bitonto, Cassano Murge e Altamura. Iron Bike 2018, l’avventura continua.
LA CRONACA AGONISTICA
Non si può certo dire che nella prima parte di stagione la fortuna abbia sorriso a Mino Ceci (Under 23 – team Scott), che tra forature, problemi meccanici ed errori sul percorso aveva raccolto sino ad ora una sola (seppur prestigiosa) vittoria. I saliscendi dei Calanchi hanno caricato a molla il giovane gravinese, che ha dettato legge sin da subito, involandosi tutto solo e chiudendo il percorso in 1h52’53” all’eccellente media di 24 km/h. E allora se i Calanchi sono un po’ un pianeta alieno, Girolamo Ceci non può che essere un extraterrestre! Ha provato a tenergli testa l’altro Under Francesco Favale (Carbon Hubo CMQ), ma è sulla lunga e impegnativa penultima salita che Ceci ha fatto la differenza, accumulando i sei minuti di vantaggio che hanno messo in cassaforte il successo, energico, deciso e meritato come non mai. Una vittoria con lo stile di un campione.
Alle sue spalle il gioco di squadra in casa Eurobike ha protetto la seconda piazza di Giuseppe Belgiovine, mentre Angelo Bonaventura Degioia, sostanzialmente “a bagnomaria”, ha distanziato un gruppetto in cui figuravano Santarsiero, Pastore, Bongermino (vincitore a Biccari), Notarpietro e Scardigno. Tutto invariato nelle prime tre posizioni della classifica generale under 40 (Belgiovine, Bonaventura, Pastore), mentre in quella over 40 Fausto Santarsiero agguanta la seconda piazza a scapito di Vincenzo Pietrangelo, riducendo il gap da Maurizio Carrer, saldamente leader nonostante una prestazione leggermente sottotono tra le argille dei Calanchi.
Tra le donne torna al successo la veterana Patrizia Tropiano (UC Rionero Il Velocifero), che ha sempre mantenuto entro la distanza di sicurezza Simona Quarta(Teknobike) e la lucana Eleonora Valluzzi (Loco Bikers). Anche se assente mantiene la maglia rosa-nero di leader della speciale classifica femminile Zeila Ruggiero (Nardelli Sport Total Bike).
Nelle singole categorie hanno invece riportato il successo il professionista Massimo Valicenti tra gli Elite (Carbon Hubo CMQ), Angelo Tagliente (Juniores – MTB Casarano), Luigi Maria Di Cosola (M1 – team Eurobike Corato), Fausto Santarsiero (M3 – CyclonStore.it), Maurizio Carrer (M4 – team Eurobike Corato), Gaetano Soriano (M5 – team Oroverde Bitonto), Girolamo Palmitessa (M6 – team Eurobike Corato), Giuseppe Lazzazzara (M7 – GS Fausto Coppi Acquaviva). Nelle categorie non competitive dedicate ai cicloturisti si registra la partecipazione di 30 atleti. Primi al traguardo sono giunti Salvatore Visci (Amicinbici Gravina Losacco Bike – categorie giovanili) e Giuseppe Mitidieri (maggiorenni). La gara delle biciclette elettriche E-BIKE è stata ad appannaggio di Saverio Strisciullo (NRG Bike), dopo che la gara è stata a lungo comandata da Vincenzo Sannicandro(Velosprint Bitonto).